20/10/16

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Adieu enfant terrible

24 marzo 1926 - 13 ottobre 2016


L’idea di ritrovarmi, dopo, con Franca in un giardino, lei e io mutati in due begli alberi, il suo magari con le foglie dorate come erano i suoi capelli... sarebbe bellissimo. Se un qualcosa dovesse esserci dopo, vorrei che fosse così. (da Dario e Dio)

Il Maestro Dario FO nel ricordo del suo amico Mika. 
"Lui aveva uno spirito punk e lo manifestava con gioia. Ci incontravamo a casa sua, almeno una volta alla settimana, per tre o quattro ore. Io entravo e la prima cosa che vedevo era un appendiabiti, dove aveva lasciato appeso il cappotto di Franca, con la sciarpa rosa che lui aveva cominciato a indossare sempre. Di lei pubblicamente non ha più parlato molto, ma in privato lo facevamo, anche perchè per me era impossibile stare con lui senza pensare a lei. Stavamo seduti alla sua scrivania, a preparare qualcosa che era in parte scritto, in parte improvvisato. Immaginavamo la fine del mondo, un'alluvione che costringe due uomini, un vecchio e un giovane, a rifugiarsi in una grotta. Io, il giovane, penso a tutte le cose che non potrò fare se il mondo davvero finisce, e lui non solo mi insegna ma, ripercorrendo i ricordi, ricuce gli strappi che ci sono stati nella sua esistenza. ..Lo guardavo scrivere, e lui aveva questo modo fluido di mettere in parola i pensieri. Si attaccava ai personaggi veri e immaginari. Ho avuto l'impressione che non ci fosse differenza tra la sua vita e le sue opere. C'era dell'assurdo ovunque, nel reale e nell'immaginazione. Lui stesso era assurdo, ma molto credibile: faceva ridere, faceva pensare, faceva arrabbiare e non ne aveva paura. Un intellettuale non deve essere uno snob e lui era anti snob, uno dei più grandi enfant terrible mai esistiti. Come Cocteau, Oscar Wilde, Matisse e Cole Porter: tutte persone che provocano la vita, ma anche la vivono. ..Davvero non so cosa abbia trovato in me, so soltanto che mi ha dato molta tenerezza." (Vanity Fair 26.10.2016)

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